Se non esistessero i funghi, riusciresti a immaginarli?

Prima cosa:

Mercoledì 11 giugno alle ore 10,3o nella Sala Bottiglieri di Palazzo Sant’Agostino, in seno alla Provincia di Salerno (cioè qui), c’è la prima presentazione del libro “Santa Precaria”. A dio piacendo, mi farebbe tanto piacere vedervi in sala, accanto ai parenti più stretti che stanno ricevendo in questo momento la chiamata alle armi. Ovviamente ci sono tutta una serie di ragioni per cui voi dovreste essere lì: tra queste la possibilità di assistere all’incendio delle mie orecchie e quello di riposarvi sulle comodissime poltroncine della sala. Non vi preoccupate per i posti a sedere: il posto è molto grande (e coi cazzi che riuscirò a riempirlo).

 

Seconda cosa:

Sabato 21 giugno, alle ore 18 più o meno, nella Sala Mangrella del Complesso Monumentale di San Francesco, ad Eboli, (esattamente qui) ci sarà un’altra presentazione del mio libro. In questo caso, alla sfilza di ragioni per essere presenti potete aggiungere il buffet e, soprattutto, la presenza di uomini quali Arnaldo Capezzuto e Peppe Porzio (qui non c’è il link, ma fidatevi). Non so se mi spiego. Non vi preoccupate per i posti a sedere: il posto è molto grande (e coi cazzi che riuscirò a riempirlo).

Disclaimer: tra queste due presentazioni potrebbero a breve spuntarne delle altre, come fanno i funghi. Vi assicuro che in questo caso  non c’è muffa né veleno. Sì, sono in pieno revival Blu Vertigo.

 

Terza cosa:

Vi segnalo l’autobus 201. Salite su questa corriera arancio di sabato sera.  Accadrà un piccolo miracolo. A me è capitato, per esempio, di incontrare un punk di sedici anni e mezzo, domiciliato in Ponticelli. Se non è un evento incredibile questo, in tempi di Tokyo Hotel. Questo ragazzo col ciuffo riccio e i capelli rasati ai lati della testa in un azzardato serbian style, stava seduto accanto a me con tale mollezza che m’ha fatto ricordare – “and if a double-decker bus crashes into us to die by your side is such a heavenly way to die” – ricordare di un altro viaggio in pullman, tempo fa. Sì, accanto non avevo propriamente un punk, ma anche quello mi pareva un miracolo. Ok, ero un po’ brilla per l’alcool ingurgitato la sera stessa e pure la sera prima ma credetemi: la sensazione  era più o meno la stessa.

 

Quarta cosa:

sono andata a vedere Sex and the city  ma non conosco il finale del film perchè durante la proiezione la pellicola è caduta dal piatto e il cinema ha sospeso la proiezione. Il cinema ha risposto alle proteste dell’intera sala dopo dieci minuti di miei smadonnamenti. Il cinema, incarnato in un signore baffuto e con la divisa, ha risposto alle mie lamentele dicendo che mi avrebbero dato un “biglietto omaggio”. Gli ho fatto presente che i biglietti omaggio sono quelli che non paghi e che io, invece, il biglietto per il film l’avevo pagato eccome, con moneta sonante. Hanno così deciso di restituirmi i soldi.  Il cinema in questione sta al centro di Napoli, diciamo più o meno in via Chiaia, e le pellicole che si fermano e riprendono dopo 5 minuti mi sembrano, ultimamente, all’ordine del giorno, così come l’assenza di qualcuno che controlli che in sala non ci sia un bivacco di criammole infoiate.

 

Quinta cosa:

in tema con il mio libro sono di nuovo senza lavoro

Commenti

  1. Ma il Warner STA a Via Chiaia…E comunque è proprio il cinema dei film interrupti: io lì vidi per metà Sicko, ma la colpa non fu della pellicola…ehm…
    Ad ogni modo: Ma LA DATA DI NAPOLI?? Voglio esserci pur’io!!!:-(

  2. Lulu, la data di Napoli non è ancora certa. Dovrebbe essere il 14 ma confermerò con un mega post quando ne sarà sicura.
    Quant’ si bellella, eccerto che te lo faccio sapere!

  3. Uhm, se vuoi il finale te lo posso raccontare io, ed è proprio quello che qualsiasi ragazzina masticante plot letterari aveva già immaginato guardando il trailer su YouTube.
    Per il resto, prometto di venire a una tua presentazione a caso, e se proprio non ci riuscirò te ne organizzo io uno sulla piazzetta dei Colli.

  4. Fiù…Ah, meno male…Lu respira!:-)
    Io nel frattempo cerco di comprarlo e di leggerlo, così in uno di quei momenti di interazione col pubblico alzerò la mano e con tono impostato da lettrice impegnata ti dirò:” Signorina Raffaella R. Ferrè, lei a pag. … afferma che – pausa- un attimo che cito: […]. E’ chiaramente individuabile in questo periodo il fenomeno filosofico-sociale della perdita del sè in chiave post moderna. Conferma quanto dico VOSTRO ONORE?” :-)
    No scherzo! A saperlo, ieri alla FNAC avrei iniziato a chidere del libro…

  5. Grazie delle info sui vari siti! Sì, sto lavorando per il dominio via web. Muaaah.

    @Claudio: te la lascio passare sul film, ma non sul telefilm. :P

    @Camilla: no, non mi raccontare il finaleeee! Già devo lavorare costantemente contro la mia immaginazione sul non esaminare ogni singola possibilità!!!
    Per la presentazione: mi farebbero piacere entrambe le possibilità, anche perchè comprendono quel benedetto caffé assieme!

    Lulù: noooooooooooooooooo!

  6. Invece sarebbe interessante Raffa, pensaci: il fenomeno del precariato potrebbe essere il paradigma di una società malata che non è nient’altro che specchio dell’interiorità dell’individuo, affetto dalla lacerazione e frammentazione dell’ io e quindi essere smarrito, senza punto di riferimento nè identità!
    Ovviamente vare anche il discorso contrario:l’io come specchio della società.
    Vabbuò è tardi, chiudo i libri e me ne vado a letto jà, Socrate sta prendendo pieno possesso delle mie facoltà mentali! :-)