Santa Precaria a Salerno
Vi aspetto
venerdì 12 dicembre, alle 20,30,
al n°12 di via Madonna di Fatima, a Salerno.
SP sarà venduto ad uno specialissimo prezzo natalizio
Tutti quelli che lo compreranno riceveranno il corniciello rosa in regalo.
Enjoy Salerno
Enjoy Santa Precaria
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A Salerno ci andavo assai quando stavo alle superiori per un motivo molto semplice: Salerno era il posto più lontano dove si poteva arrivare partendo da Campagna, sede del Liceo Linguistico, quando non avevi voglia di nasconderti nel bar di Mauro o scendere al fiume. Per arrivare a Salerno bisognava passare, ovviamente, per Eboli e la paura che qualche parente, conoscente, amico di famiglia non si facesse i cazzi suoi erano multiple e valide come le incognite delle equazioni di terzo grado, dunque, arrivati sulla statale bisognava straiarsi a pelle di leopardo e trattenere il respiro fino al viale Amendola. A Salerno io facevo cose molto in per una quindicenne: andare da Lush, andare a prendere il caffè in un posto che faceva cento diversi caffè, andare da Gazzella, andare da MacDonald, andare da Ricordi. Ma la cosa più in di tutte era comprarsi un libro e andare a leggerlo sul lungomare, con il sole appicciato alto sulla costiera e riflesso sui finestroni dei palazzi. In questa sede io ho letto L’innocente di D’Annunzio, Tonio Kröger di Mann, L’educazione sentimentale di Flaubert e un bel po’ di Banana Yoshimoto.
A Salerno adesso ci manco da un po’, anche perchè la mia vita post superiori è state decisamente più napoletana. Ma di Salerno so che: che non voglio sapere cosa ho mangiato al ristorante cinese; che esiste un locale che si chiama White Rabbit; che esiste un locale che si chiama trattoria del Padreterno o qualcosa del genere; che esiste un hotel a forma di nave dove io ho dormito quando ero inviata a Cartoons on the Bay; che non è bene fare il sottopassaggio con i sandaletti aperti ai piedi specialmente se ha piovuto. So anche che un bel po’ di persone simpatiche hanno a che fare con Salerno. Per esempio: Alfonso Gatto . Alfonso Gatto lo conosco e mi piace tanto perchè la scuola elementare del mio primo fidanzato era intitolata a lui ed io avevo un’età in cui l’amore era una specie di malattia mentale totalizzante in cui bisognava assolutamente sapere tutte le cose che confinavano anche vagamente con l’oggetto dei propri desideri. Altro esempio: un mio professore del liceo, benchè nato e cresciuto in uno di quei paesini che dopo il terremoto del millenovecentottanta sono diventati una specie di paese fantasma (ci mancano solo i covoni di fieno), all’epoca si dichiarava salernitano doc e sbeffeggiava bellamente noi cafuncelle della provincia che macinavamo chilometri di statale e lungomare per raggiungere la città il sabato pomeriggio vestite come madonne di Pompei in processione. Adesso mi pare che fa politica quindi non so che cosa dice sulle sue orgini, ma io avevo già la passione per la gente con la cazzimma, dunque, adoravo quest’uomo che usava ricordarci con molto garbo che passato il quadrivio di Campagna non eravamo nessuno e che comunque avremo fatto “scendere il latte” per come andavamo combinate.
Volendo arrivare velocemente ai giorni nostri, ci sta Marcello, Marcello che gli farei una statua (in oro e porporina) solo per aver scritto questo libro. Io ci ho molta vergogna di Marcello quindi noi tutti speriamo che lui non legga mai queste cose e che tra noi si mantenga un contegno formale come ben si conviene. Poi ci sta Francesco della Libreria Baol, Francesco che conosco solo via mail e che vedrò di faccia solo domani sera quando discuteremo del mio libro ma con cui ci siamo capiti subitosubito (e ciò mi fa sperare bene sulla mia capacità di relazionarmi agli esseri umani). Infine, ci stanno Flor ed Enzo della Cantina dei Romantici. Anche loro li vedrò domani sera (assieme a Marcello e a Francesco), ma non ho dubbi sul fatto che andremo d’accordo per tre motivi molto semplici: gestiscono una enoteca (e uno), hanno deciso di ospitare la presentazione natalizia di Santa Precaria (e due), il posto sta vicino al lungomare (e tre).
Update: siccome mi hanno chiamato due persone per chiedermelo, sì, la scritta madonna di fatima giusto al centro dell’alberello è voluta.