Bau
Quartiere Arenella, Napoli
Premessa: mi sono arrivate tipo trecentoventi email e commenti di persone che mi chiedono come sto, che faccio, perchè non scrivo, perchè non rispondo al cellulare, perchè ho tolto le foto dal flickr e soprattutto perchè ho scritto il porno? Per il racconto porno rimando a qualche post più sotto, avrete tutte le risposte e se lo comprate anche certi segreti della fisica quantistica. Per le restanti cose, dovrei citare i Bluvertigo e dire che fate domande a risposte che non ho affatto, sto bene, sto male, il lego, l’assenzio. E anche: so che rimarrò distratto per un pooooo’.
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A stare sto, come a carte.
A fare faccio, o meglio, volendo riprendere Nanni Moretti, faccio cose e vedo gente.
O anche: faccio gente e vedo cose.
Sì, la seconda è decisamente meglio.
Non scrivo perchè mi sono morte tutte le parole in bocca. Sarebbe troppo difficile spiegare la motivazione e anche troppo intimo. Vi basti sapere che è tipo quando cade un dente. A me una volta è caduto un dente mentre mangiavo un panino con la mozzarella: ho sentito il premolare che affondava nella rosetta e che poi si sfracellava nel bianco latte. Più o meno la sensazione è la stessa. Sto diventando un hikokomori dei rapporti personali. Prendo treni e dopo poche ore ci risalgo sopra. Il treno che prendo io si ferma sempre due minuti dopo esser partito, io sto là e bestemmio i santi a fila. Prendo parte a discussioni molto infervorate in cui sostengo il punto di vista più assurdo a disposizione giusto per vedere fino a dove riesco a portare la conversazione. Poi, ovviamente, me ne vado sul più bello.
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Le foto le ho tolte perchè è successo che mi sono guardata e mi sono sentita tipo panda o anche koala. Decisamente koala: guardala com’è bellina, servizievole, scrive e mette le foto, che brava.
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Gioco anche a Geochallenge: se passo il livello con un punteggio accettabile significa che va tutto bene e che mi riprendo, se non lo passo significa che morirò con la faccia divorata dai pastori alsaziani. Ogni volta che va male schiaccio F2 prima che l’assistente di volo mi comunichi che sono morta defunta trapassata.
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A impedirmi di trapassare stanno un bel po’ di cose: ad esempio il signore di Pronto Esposito, signore che non dico chi è per rispetto della sua privacy ma che è stato tanto gentile da accertarsi del mio stato emotivo. Poi la tizia che insegna a truccarsi su Youtube, applicarmi alla perfetta stesa dell’eyeliner mi ha reso molto zen karma oroscopo cinese e biscottino della fortuna. Mi fa sperare anche nella bontà umana e nella passione che uno mette nelle cose, che questa tizia avrebbe potuto starsene fredda a tenere tutti i segreti degli ombretti per sé, invece ha deciso di svelarli a noi figliole della terra. Il mio cuore è sempre file sharing.
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Rendiamo grazie anche ad altre varie personcine che fanno la spesa, comprano biglietti unico campania e pompelmi rosa, aiutano a girare frittate di cipolle alte cinque centimetri, mettono a disposizione case e soppalchi, allestiscono tavolate, mandano messaggi alle quattro di notte, rovesciano bottiglie di birra, regalano fresie (rigorosamente bianche, grazie, al massimo gialle. Quelle tutte colorate sono troppo spampanate, trovarle buone è tipo terno secco. Il luogo migliore dove comprare le fresie a Napoli è il vecchio che sta su via Scarlatti. Anche la bancarella davanti al Gesù Nuovo è buona ma dovete andare di prima mattina. Questo messaggio è stato offerto dall’associazione vivaisti di fresie).
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Poi sì, i Cranberries.
Io me li ero dimenticata i Cranberries. Uno si lascia prendere dal flusso dei Placebo e si dimentica Dolores O’ Riordan anni novanta. Prego, ripassate Free to Decide che è un padreterno di canzone, tipo canzone guida. Giacchè ci siete sentitevi pure gli Yeah Yeah Yeahs con Maps. E’ bellissima, mammamia. Sono giorni che dormo solo con questa canzone. Alterno entrambe con questa qua, ecco il quadro completo. Cammino tenendo un certo ritmo come Morgan in The baby, la mia idea di comunicazione è il pianto.
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Ho trovato gli stivaletti della signorina Rottermeier.
Sì, avete capito bene, la ricerca è terminata.
Io quando voglio una cosa me la sogno di notte e poi girovago per mesi alla sua ricerca tipo Terminator e anche Robocop, faccio lo scan, prima facevo anche un rumore tipo lingua contro i denti, stzzzz. stzzzz. stzzzz., poi mi sono tolta il vizio che non stava bene in bocca ad una signorina. Gli stivaletti me li ero trovata davanti tre volte e tutte e tre le volte ero svenuta come si conviene a tutte le damigelle ottocentesche una volta visto il prezzo. Stavo per cedere in via Duomo ma fortunatamente sono stata trascinata via in tempo. E passando per Chiaia la settimana scorsa li ho trovati, quando non li cercavo manco più. Ma io sono una femmina che tiene fede e non si tradisce: quando voglio una cosa, per l’appunto, la voglio. Costavano 25 euro, sono una depravata, ahahhahahah. Non la smetto più di ridere, me li metto anche per stare dentro casa per rompere il cazzo alla tizia che abita nel mio palazzo con il mio tacco dodici da istitutrice svizzera. Ahahah.
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Sono andata pure alla Feltrinelli.
Al centro commerciale di Pontecagnano ho fatto colpo sul tizio della libreria:
Rafs: Oh, che bello, avete I Love Porn
TizioLibreria: Sì, è un nuovo arrivo, ma sta andando molto bene
Rafs: Veramente?
TizioLibreria: Ahà. Ma si tratta di un volume un po’ particolare…Cioè, ci sono dei racconti un po’ così.
Rafs: Così come?
TizioLibreria: Cioè…
Rafs: Cioè. Capisco.
TizioLibreria: Cioè, tu quanti anni hai, ce li hai diciotto anni?
Rafs: Sìsì.
TizioLibreria, lisciandosi la guancia: Allora, beh, lo puoi comprare.
Rafs: No, sai com’è, ne ho una decina di copie a casa, uno dei racconti l’ho scritto io.
Il tizio della libreria stava morendo. Adesso, capisco che io dimostro meno anni di quelli che ci ho e che ero senza trucco, coi codini e le scarpette da ginnastica, ma prendermi per un’adolescente, dio mio. Sono uscita dal negozio e sono andata a provarmi le cosicchie da Oysho. Al ritorno sono passata là davanti e il tizio si stava spulciando I love porn manco fosse stato un registro della P2 trovato a Villa Wanda. Anche alla Feltrinelli di Piazza dei Martiti, a Napoli, mi è successa una cosa imbarazzante: al primo piano stava Santa Precaria, al terzo I love porn. Ho preso un ghigno alla David Bowie in Labyrinth e nelle orecchie sentivo il riff degli Iron Maiden.
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Ho avuto, infine, l’onore di pranzare con persone improponibili, nel senso che non si propongono, che vengono e basta in ritardo di circa un’ora ma portando appresso la scusa migliore. Anche a questi qua rendiamo grazie. Vabbè, dopo metto solo per voi le foto su flickr e mi fate lo squillo quando le avete prelevate.
E adesso, la lista dei must have di marzo 2009.
. – I love Porn, ovviamente.
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– Ieri ho letto due pagine di un libro alla Fnac. Il libro si chiama La vita senza, non mi ricordo il tizio che l’ha scritto ma è un uomo e ciò significa che esistono forme di vita intelligente su Marte. Comunque, dalle prime due pagine la cosa era stupenda, appena faccio una cosa di soldi lo compro. Voi vedete un po’, a me anche “Che tu sia per me il coltello” mi piaceva tanto per le prime pagine, poi arrivata alla trentesima mi è venuto in mente che nella vita reale Yair sarebbe denunciato per stalking.
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. . – Le mutandine con le ruches. So che qui vengono anche degli uomini a leggere, quindi vi avverto: se la vostra fidanzata compagna moglie amica amante vi gira intorno con un paio di mutandine con le ruches non significa che è regredita allo stadio infantile. No. Significa che è andata da Tezenis, o anche da Oysho o anche in altri luoghi e le ha viste. L’associazione ruches + mutandina pare sia incontrovertibile nel mese di marzo 2009. Per la cronaca, anche io sono coinvolta in questo giro di affari milionario. Però io sono un’adolescente, quindi le ruches ci stanno.
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– Il coprichignon da ballerina: sono due, rosa e nero. Il nero per quando volete fare l’istitutrice svizzera severa. Il rosa quando volete fare la ballerina regredita allo stadio infantile. Penso che a breve vedrete donne di quarant’anni che girano conciate da seienni all’uscita dalla lezione di danza. Il dramma del duemila è che una volta, arrivati ai trentacinque, trentasei, trentasette anni, si cominciava a proiettare sui propri figli le aspirazioni e i progetti. Oggi, invece, siamo convinti di avere possibilità a iosa, i figli se la piangano loro. Le possibilità, detto fra noi, sono poche, quindi quando vi capita una cosa buona acchiappatela a due mani. Io a quarant’anni girerò con il tailleur nero molto molto severo. E la mutandina con le ruches, ma questa è un’altra storia.
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.– I versi più belli della storia della musica e della poesia in questo mese sono:
“se distanza ti farai io sarò asfalto” (subsonica),
“l’erba ti fa male se la fumi senza stile” (baustelle)
e anche “quando saremo due affonderemo nella stessa polpa come il dente di latte e il suo secondo” (erri de luca). Morgan l’ho citato già, adesso avete una mappa di quello che mi passa per la testa.
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– L’odore della fresatrice. Quando ero piccola l’odore della fresatrice significava che ero a casa e tra due minuti ci sarebbe stato il piatto sulla tavola. Adesso, invece, che sono in via dei Mille.
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. – Tornare a casa con l’autobus. Quando l’autobus imbocca l’uscita autostradale del mio paese io vorrei sempre tornasse indietro a fare un altro giro sopra Salerno o anche sotto il centro direzionale e poi fino a Gianturco. Se io avessi una macchina credo avrei difficoltà a tornare a casa, penso che allungherei sempre un po’ il tragitto.