Amélie ha fatto danni alla popolazione
femminile e non parliamo di Beatrix Kiddo
Motivo fondante basato su convinzione personale: una donna non si metterà mai ad uccidere – metaforicamente parlando – tremila persone per arrivare ad un unico uomo. Per cosa poi? L’uomo ci ha ucciso – metaforicamente – a sua volta? Beh? Non è successo già? Che la cara Beatrix non avesse contezza del dolore a venti e passa anni non ci credo manco un poco. Ragioniamo: tanto valeva uccidere il tizio del Pussy Wagon, così, come omaggio al genere umano maschile in generale. Se proprio. Il giro lunghissimo di uccidere Vernita Green, O-Ren, Sofie Fatale (con un nome così, ci pensa la vita, voglio dire), la ragazzina con la palla chiodata, mi annoia assai. Poi, dico io, perché tanta polvere. Meglio mandar cioccolatini al cianuro a tutte e tre, no? Con tutto il male che può fare una pallottola, io mi scoccerei prima. Non so se son cinica o troppo zen. Quella donna merita la sua vendetta, certo, e meno male che l’ha avuta infine, sennò ce la ritrovavamo in qualche centro per le malattie mentali (ma quello era un altro film, Ragazze interrotte, e prego notate le somiglianze).
Dice che Amélie ha fatto danni alla popolazione femminile. Perché, Beatrix Kiddo no? Ragazze belle che mettete su facebook le fotine di Uma e vi atteggiate per due giorni a guerriere samurai: abitate ancora sopra ai Quartieri o in qualche periferico borgo, non state in Sudamerica e manco ci andrete domattina. Calma. Deponete la limetta per le unghie che state brandendo a mo’ di spada di Hattori Hanzō. Vengo in pace. No, non ucciderete la tizia che vi ha portato via il ragazzo. No, non potrete farlo neppure con la collega, la suocera, la stronza che vi guarda storto in palestra. No, l’omicidio non è stato ancora depenalizzato. Certo, anche a Chiaiano si può giocare ad esser La Sposa ma la tuta gialla e nera fa molto femmina e’ conseguenza, vi avverto, proprio come il caschetto bombato della Poulain fa lobotomia e/o Nino D’Angelo. Io mi voterei a Maria Nazionale, fossi in voi. Maria Nazionale con Odiami. Accettate le vostre radici, nel senso di fatele proprio a quattro a quattro.
E questo era Kill Bill vol 1: ammazzamenti molto pop, patinati finiti, c’era un saggio sulla violenza televisiva e cinematografica e le subculture dei minori nel Meridione, ve lo consiglio. Così saprete che il telegiornale è brutto perché non c’è la luce giusta, mentre Tarantino va bene perché ha una bella fotografia. Dice: non ti piace Tarantino? Io amo Tarantino. Per questo motivo vi sto uccidendo tutti. Ovvio.
Veniamo al volume 2. Finalmente Beatrix pare che si è calmata. Si vede da come si siede. Si è pure tagliata i capelli, l’avete notato? Caro Quentin, lasciatelo dire: hai il serio bisogno del punto di vista di una donna nei tuoi film. Va bene che ti piacciono i piedi di Uma, ma una donna che sta quattro anni in coma ma anche due settimane in fase down, t’assicuro, non credo si svegli liscia e fresca come una rosa. Si sveglia come un australopiteco, t’assicuro.
Beatrix, nella realtà, è Zira de Il Pianeta delle Scimmie.
Beatrix col taglio di capelli scalato però appena appena che si può ancora legare i capelli (e noi tutte donne sappiamo cosa significa il taglio scalato che non ti puoi legare i capelli, non mentite), strappa ancora occhi e uccide ancora gente, gente che sarebbe morta benissimo da sola nel deserto, credo per alcolismo. Ma ad un certo punto ecco la timida svolta: la scena nella cassa da morto. Beatrix contro Beatrix, una volta che sei riuscita a stare tu sola in un bagno di sudore cercando di usare la sofferenza come molla puoi congratularti con te stessa e dire: Sarò una scimmia, avrò il taglio scalato più irrecuperabile del mondo, ma sono fierissima di me. No, non potete prendere a pugni un foglio di compensato. No, calme. Pace, sorelle. Il punto di forza, il fulcro che regge l’equilibrio delle forze, non è stato ancora esplicitato perché dirlo chiaramente avrebbe compromesso la visione di buona parte della popolazione maschile e forse anche la vostra. Però adesso possiamo dircelo: una donna che sceglie di uccidere un uomo con la tecnica dell’esplosione del cuore con cinque dita, è una donna – ripetete con me – innamorata. Calme. L’avete sempre saputo, non fate le finte tonte. Ammettete. Guardate quante ragazzine in età scolare chiedono su Yahoo Answer se la tecnica esiste davvero e abbracciatevi l’un l’altra.
Caro Quentin, torniamo a te, ora. Le lacrime finali e conclusive, la bambina che è una replica di sé, il ripristino della verità attraverso un siero, l’hai fatta un po’ difficile, ma almeno non hai mentito. Tu e Jeunet ve la siete giocata bene: avete evitato a noi di passare per mucchietti di dolore, utilizzando in entrambi i casi la scusa della malattia mentale, e avete evitato agli uomini un altro Fiori D’Acciaio, utilizzando un mix di arti marziali e attaccamento evitante, anche se la morale è più o meno la stessa: steel magnolias, baby.
Personalmente ti ringrazio per la scena del pelouches con il leone, che mi fa sempre commuovere assai. La settimana prossima parliamo di Shoshanna Dreyfuss, don’t worry.
Vedi tu se mi deve andare storto il caffé di prima mattina :)