We all have good reason for leaving
Domenica 3 giugno sono a Palermo per Una Marina di libri . L’appuntamento con Inutili Fuochi è alle 20, nella Sala delle Armi di Palazzo Steri, in piazza Marina 61. Con me ci sarà Diana Cimino. Preparo lo zaino, cerco un posto dove comprare pistacchi, arancini e cannoli, vi lascio con un racconto nuovo nel frigorifero.
Come la sera che avevamo appuntamento fuori dalla metro, e io avevo i capelli pieni di lacca che il mio parrucchiere era un parrucchiere popolare, di quelli che la lacca, beh, la lacca, signore, il nostro biglietto da visita, altroché buco dell’ozono. Ma comunque: avevamo appuntamento fuori dalla metro, e anche se sprigionavo lacca, e mi avevi già cercato 3 volte al cellulare, sono arrivata per prima. Cioè: non vedendo nessuno fuori la metro ho pensato, bene, stavolta non ho fatto tardi, stavolta non dovrò dire, scusa, sai, la metro, il parrucchiere. Avevo già pronta la storiella della lacca, nel caso (mi avresti immaginata a tossire, con gli occhi chiusi, per la modica cifra di 9 euro, il martedì e il giovedì). La verità è che sapevo che c’era un’alta probabilità che fuori dalla metro non ci avrei trovato più nessuno, perché ero in ritardo eccome. Ma c’è da dire che la cosa non mi spaventava mica, io con te non mi spaventavo mica, non mi sono mai spaventata più di tanto, ero tranquilla, se non c’eri non c’eri, avrei provato a chiamare, ma senza l’ansia di quelle cose del ma che fai, lui se ne va e chiami tu, e se non ci fosse stata risposta, me ne sarei andata, ma senza il patema di quelle cose del non risponde e non mi ha aspettato, che succede? Il punto è che tu c’eri, fuori dalla metro, solo che mi aspettavi all’altra uscita, e quando ci siamo visti tu non mi hai detto niente sul ritardo e io non ti ho detto niente sul fatto che ci eravamo dati appuntamento davanti allo stadio e non davanti all’edicola. Ridevamo. Quella sera tu hai fatto una battuta sul fatto che i miei capelli profumavano di anni Ottanta, e io ho cantato Jon Bon Jovi. Poi siamo andati a fare la spesa, se non mi ricordo male. Il conto era di 18 euro e 34 centesimi.