Il titolo non c’è
Cerco sempre qualcosa, m’ero messa a cercare monolocali. Di mattina, dopo il lavoro, senza sonno. Giravo per le strade candidate a diventare casa mia con quella mollezza strana della testa che prende quando hai dormito sì e no 5 ore e il caffé ti sembra la risposta a tutti i mali del mondo. Poi è successo che in un monolocale ci ho lasciato il cuore o quello che ne restava, voglio dire: sono nel periodo storico in cui la mia capacità di provare empatia è prossima allo zero se l’oggetto è un essere umano. Le cose cambiano nel caso di stanze imbiancate con adsl e porta blindata affaccio su campanile. Ma diciamo che non è il momento di parlare di queste cose.
Volevo dire che ieri mia madre è venuta a trovarmi. Al tavolino di un ristorante mi ha detto che mia nonna non si ricorda più le cose. Le ha telefonato per chiederle cosa bisognava mettere nei peperoni ‘mbuttunati. Sono molto preoccupata, mia nonna non ha mai fatto domande di questo tipo, lei sa tutte le cose che bisogna sapere, tiene la memoria sotto le unghie, con le unghie graffia. Mia nonna non è una nonna normale, è una nonna che si scoccia subito. Se vede che non siete buoni a fare qualcosa viene lei con la faccia di quella che ha già capito e vi dice: levatte, a nonna, levatte. Che sarebbe: togliti di mezzo se non vuoi morire. Se esitate vi sposta lei. L’unico modo per accreditarsi presso mia nonna è dirle che siete di Napoli, meglio se dei quartieri periferici. Allora, anche se sono le 10 del mattino, lei vi metterà innanzi un piatto di polpette ancora calde e vi dirà di mangiare. Subito dopo si candiderà a prepararvi gnocchi, melenzane, peperoni ‘mbuttunati, per l’appunto.
Sono tornata a casa con una specie di ansia generalizzata all’altezza dello sterno, mi sembrava di non riuscire ad aprire le braccia. Ho consegnato le sigarette ad una persona di fiducia massima e mi sono gettata a letto a leggere Le Benevole, pagina 200 in meno di due giorni, cosa che mi fa preoccupare moltissimo del mio stato emotivo. Mi sono addormentata pensando che dovevo telefonare a mia nonna, chiederle cosa si mette nelle melenzane sott’aceto, l’origano o la menta, anche se lo so benissimo. Stamattina mi sono svegliata con un mal di gola psicosomaticissimo: fuori è domenica, il tempo fa schifo, non ho voglia di uscire e il punto di vista di Max Aue comincia a sembrarmi accettabile.