Cose natalizie depravate
in cui i nostri eroi parlano delle festività in termini eretici, sbevazzano, parlano di politica e di storia e infine declamano poesiole con cui potrete stupire i vostri parenti
A Salerno, a finale, è andato tutto bene nonostante ultimamente c’ho il senso della diplomazia e dell’equilibrio di una capra (svizzera e in cattività). La Cantina è bellissima, andateci tutti, Flor è molto bella e ha un accento molto bello pure lui. Enzo è tranquillissimo e mi ha dato due bicchieri di aglianico appena arrivata: dopo due minuti parlavamo di politica nel sud Italia con puntate latino americane. Gli ho spiegato che non dovevano trattarmi così bene, che poi io mi affeziono. Alla fine della presentazione ero mezza cotta pure perchè sono arrivata a Salerno con l’autobus, pioveva e mi sono fatta nu pisciulo (come un pesce), ho bestemmiato anche n’tu sticchiu (e non si può tradurre)e n’tu milu (e manco questo, sto continuando a scriverli solo per farveli cercare su google) e non avevo mangiato niente dal giorno prima. Ciò significa che ho retto l’alcol fino a quando non si è trattato di mettere la firma sul libro. So di aver dedicato un libro, ad esempio, a “Marco l’indeterminato”. Custodirò, infine, gelosamente, la mia unica copia di SP su cui ho inavvertitamente (?) rovesciato un bel po’ di vino, cosicchè mi basta mettere il pollice sul taglio e farlo scorrere veloce per ritrovarmi in piena vendemmia. Non ho parlato di Francesco, quindi Francesco. Prima di tutto: andatevi a comprare Sp da lui che vi fa lo sconto. Seconda cosa: Francesco è divertente, ha un sacco di amici e porta un orecchino bellissimo che tenevo pure io quando avevo tredici anni e che adesso rivoglio. Infine: non mi ricordo il nome ma un ragazzo a fine presentazione è venuto a salutarmi, ha rifiutato il corniciello rosa dicendo che non ci crede e veniva meno ai suoi principi, e poi mi ha dedicato una poesia che riporto qui:
Quale miele non ha mai lasciato la bocca disgustata?
Quale mare non ha mai portato tempeste?
La feconda illusione dimora nel mio petto
Invano pesano su di me le mura di una prigione
Ho le ali della speranza
Ragazzo, vienimi a trovare sul blog, dimmi se il libro ti piace o se fa schifo: è Natale e voglio la verità. Dopo la presentazione sono andata a parlare con Marcello della mia tesi, insieme a Marcello c’era la fidanzata di Marcello che è bellissima. Ho continuato a bere e a smangiucchiare, loro parlavano di storia e a me piaceva tutto un sacco, mi pareva di stare nello studio di La grande storia in prima serata o anche La storia siamo noi o anche Correva l’anno o La storia proibita del 900, insomma di tutti quei programmi che di solito uno schifa e che invece io mi vedo con la bavetta ai lati della bocca e il luccichio negli occhi cercando di memorizzare quante più cose è possibile, che non si sa mai, fa che mi chiamano al Milionario. No, sto scherzando, a me la storia piace veramente. Veramente. Assai. Amo Simona Colarizi. Amo Antonio Ghirelli. E la Boneschi, vogliamo parlare della Boneschi? Ho tutta l’enciclopedia La Storia de La Biblioteca di Repubblica, Grandi Opere di UTET Cultura, 30 volumi aggiornati al 2004. Poi ci ho dei libri che ho rubato alle medie da dentro all’armadietto. Noi avevamo un armadietto di legno le cui ante erano fissate al resto del mobile con lo scotch. Nonostante ciò le ante erano chiuse tra loro dal lucchetto. Non ho mai capito l’utilità di chiudere le ante con il lucchetto quando poi bastava staccare lo scotch per aprire l’armadietto ma anche la porte della percezione e la caverna di alì babà. Una volta mi ci hanno pure chiuso dentro all’armadietto perchè io ero una bambina molto piccola , ho fatto la primina e saltato pure un anno ma ero deficiente, me lo scrivevano pure sui giudizi che dovevo smetterla di disegnare e scrivere sulle metà dei quaderni e mettermi a socializzare. Quelle megere avevano torto, io lo sapevo che sarebbe nato Facebook e sarei stata la regina degli eventi a cui parteciperò, forse, sì, no, mettere una croce sulla casella giusta, invita altri amici. Ma torniamo al problema di fondo: questi due libri, Testimone del tempo e Tempi che scottano, insieme a svariati sussidiari, stavano là a perirsi con i colori per la stoffa che erano stati chiusi male ed erano diventati più tosti del cemento, quindi li ho portati a casa mia (insieme al Diario di Anna Frank, ma questa è un’altra storia). Ergo, tutte le persone che sanno parlare di storia per me sono gesùbambino, pure Giordano Bruno Guerri, più o meno come tutte le persone che sanno imbracciare una chitarra sono ilredeire, il faraone e pure cary grant. Adesso, il problema di base è superare Natale, finire questi stramaledetti regali perchè il problema dei regali è che a me piace farli, cioè mi piace proprio il fatto di andare in un negozio e dire: questo lo accatto a tizioecaio, perchè è una cosa molto ironica, è un segnale semiotico. Una volta ci stava un tizio con cui scambiavamo sempre una cosicchia per le feste, lui si veniva a prendere il regalo a casa perchè aveva una fidanzata molto incazzosa, allora per farci gli auguri mi chiamava e mi diceva di aspettare sotto al portone o dietro al supermercato e più che due amici che si scambiano un regalo parevamo due tossici che si scambiavano robba. Io regalavo le tazzine da caffè, le bottiglie di vino (sono un’azzeccata, me ne sto rendendo conto). Invece, andavo a scartare e trovavo Tre metri sopra il cielo (ohcazzo). Una volta ho trovato il noto profumo Gocce di Napoleon corredato di biglietto che diceva qualcosa sul tornare indietro di dieci anni, probabilmente l’anno di produzione del profumo, insomma, comunque qualcosa a cui avrei volentieri risposto sti cazzi e allora ho capito che la fidanzata aveva ragione altrochè. Dette queste cose tutte molto allegre, vi lascio con la mia poesia preferita delle feste:
A natale cantano i bambini ed è tutto di campanelle un tintinnare
nell’aria gelida e pungente senti mani e faccia ghiacciare
Le famiglie felici vanno in chiesa e si mescolano allegramente
e l’intera faccenda, se sei single, è dura veramente.
.
Buone feste da parte mia e pure da parte del vecchio affianco, che si merità un post a parte ma che non potevo esimermi dal citare perchè sta diventando parte integrante della mia vita, la nostra è una storie d’amor travagliato nata per caso. Siamo una coppia: la mia vita si regge sui suoi ritmi e ormai so che ora è in base alla canzone che suona la sua radio. Ore 7,30: “oh madonna della catena, oh madonna di calabria”. Ore 9: “nella tua casa mio ree”. Ore 12,30: “evviva mari-iii-a, evviva mari-iii-a”. Ore 18: “si accendono, si spengono, le luci di Natale” (più o meno come la mia nervatura)