CategoriaInutili Fuochi

L’unico motivo per cui rimpiango di non avere uno smartphone
è che non posso dire ciao all’esistenzialismo tramite un filtro di Instagram

Breve storia di come un anno fa usciva Inutili Fuochi

Niente, un anno fa usciva il romanzo definito esistenzialista e invece era solo una storia scritta mentre avevo le paturnie. E’ che io, prima, scrivevo solo nelle pause di disoccupazione ed è noto che se uno non c’ha un cazzo da fare dalla sera alla mattina o scrive minchiate oppure si maciulla il fegato e lo riversa su pagina. Io avevo scelto la seconda opzione, il fegato l’avevo proprio incartato per benino, e la 66thand2nd, casa editrice figherrima, l’aveva anche reso esteticamente bello. Per far conoscere a tutti il mio coloratissimo fegato (lo so che sta diventando grand guignol, ma il paragone regge) facevo presentazioni e interviste in cui dicevo sempre “come dire”.

Insomma, è passato un tempo relativamente breve che a me sembra molto di più, e non parlo dell’obsolescenza dei libri, eh, lo so che Saviano è stato l’unico che poteva dire “il mio ultimo libro” riferendosi ad un testo uscito nel 2006 fino ad un mesetto fa. A me, avrebbero inteso che era l’ultimo non nel senso di ultima uscita in vista di una prossima, ma di chiusura totale con il mondo.

Comunque, noi stasera festeggiamo. Qui. Dico stasera tra due ore. Sì, lo so, è tardi per scriverci un post, ma che volete, ora io scrivo dopo il lavoro, nelle pause, sugli scontrini volanti, prendo appunti anche sul mio nokia modello noè. E’ bello il modello noè: non ha internet, non ha mms, non ha email, non ha niente. L’unico momento in cui rimpiango di non avere uno smartphone è quando vorrei fare una bella foto, caricarla su instagram e ricordare a me stessa (e anche a voi, sì, certo, quella cosa del condividere per rivivere etc, sì, ) che oh, l’esistenzialismo alle volte finisce, eh. Anche bene, voglio dire. 

Finito il tempo degli europei,
è cominciato quello dei pomodori (cit.)

È cominciato il periodo in cui la gente prima mi manda in avanscoperta nei locali, utilizzando il fatto che sono bionda come fosse un ariete, e poi mi dice: “Vedi di parlare dialetto mo che entriamo”.  Non so se tengono più alla mia incolumità o al portafogli: si presuppone che mi si possa scambiare per straniera – svedese, russa, comunque nord, i capelli, gli occhi, la pelle che esce dai pantaloncini – e che di me si possa fare quel che si vuole.  Forse per farsi prendere per culo in questa città serve un passaporto straniero e non mi avevano avvisato?

È cominciato il periodo in cui fa troppo caldo per fare quasi tutto. Tanto tempo fa ho letto in un libro che l’inoperosità dovrebbe essere proibita, come prevenzione ai pensieri. Una volta ero d’accordo. Il punto è che ci ho scritto un romanzo su quello che succede a non avere niente da fare d’estate, questo libro è stato selezionato dalla Giuria del “Premio Fiesole Narrativa Under 40” e andrà a concorrere all’edizione 2012: la cosa mi fa pensare che magari queste fasi silenziate dell’esistenza siano, infine, utili.

Va bene, la dico tutta: d’estate, io mi scoccio.
D’estate, se sono carina con voi, è perché davvero vi voglio bene.
D’estate, se non sono carina con voi, domandatevi il perché.
D’estate, non domandate il perché a me.
Finito il tempo degli Europei, è venuto quello dei pomodori all’insalata, dei saldi, del mal di gola da aria condizionata. Il tempo in cui mi ricordo che esattamente 9 anni fa, è successo qualcosa per cui continuo a dire: mi ricordo che.

Intanto Katie Holmes e Tom Cruise si sono detti addio. Pare che lei abbia dichiarato: “Ho capito tardi che non eravamo sul set  di Dawson’s Creek”.
Anche Vanessa Paradise e Johnny Depp si sono lasciati, purtroppo in clamoroso ritardo sulle nostre fantasie erotiche su Johnny (le mie si sono fermate a Edward Mani di Forbice)(no, in Chocolat non era attuabile)(no, nei Pirati non era sostenibile)(con Alice ha definitivamente ucciso i miei ormoni)(Non so sinceramente cosa faccia Eva Green con lui)(e poi c’è la questione Winona)

Breve trattato su uno che lascia la fidanzata e rimpiazza il suo nome con quello di una bevanda alcolica.

La storia è questa: anche il nostro caro Johnny che una volta ha dichiarato: «Ho iniziato a fumare a 12 anni, ho perso la verginità a 13 e a 14 avevo già provato ogni tipo di droga. Non dico di essere stato un cattivo ragazzo, ero soltanto curioso», è stato innamorato. La donna si chiamava Winona, Winona Ryder. Sì: prima che l’uno finisse a distruggere suite e l’altra a rubare nei grandi magazzini, questi due stavano assieme. Lui si fece tatuare addirittura il nome di lei sul braccio, accanto alla parola forever. A parte assonanze napoletane con scritte del tipo mamma perdona e/o mamma vita mia, bisogna ammetterlo, si tratta di una faccenda romantica. Sia inteso il romanticismo come sturm und drang, tempesta ed impeto, e un uomo che si annota sul braccio quello che non vuole dimenticare, e cioè che la tizia che nel film non poteva stringere (lui aveva tenaglie al posto delle mani) in realtà poteva averla sempre addosso, una specie di costante. Tutto molto bello se non fosse che poi si sono lasciati e lui si è sottoposto ad un’operazione chirurgica per trasformare la stritta “Winona forever” in “Wino forever”, che sarebbe a dire, più o meno, sono ubriaco, non datemi retta. Del loro amore, e di tutta questa storia, qualcosa ne è rimasto: un gruppo indie.

La morale è: se mai doveste tatuarvi il nome del vostro amore sul braccio, ricordatevi dei rischi che ciò comporta.Di seguito una serie di proposte per il rimpiazzo:

Se egli si chiama Biagio potreste mantenere la B e scegliere Berliner Weisse;
Se si chiama Guido è più semplice, Guinnes. Poi provate a farvi prendere come testimonial.
Nel mio caso, farei prima a tatuarmi, direttamente, Cedrata Tassoni. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di una band musicale: la colonna sonora, eccola qua,


We all have good reason for leaving

Domenica 3 giugno sono a Palermo per Una Marina di libri . L’appuntamento con Inutili Fuochi è alle 20, nella Sala delle Armi di Palazzo Steri, in piazza Marina 61. Con me ci sarà Diana Cimino. Preparo lo zaino, cerco un posto dove comprare pistacchi, arancini e cannoli, vi lascio con un racconto nuovo nel frigorifero.

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