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Il posto giusto per fare programmi è la tua agenda

Fare compagnia alle giornate di una persona è cosa complicata: c’è l’ordine pratico da rispettare, la colla di azioni da compiere come far la spesa, recarsi a lavoro, rispettare scadenze, il necessario margine per gestire anche le incognite del quotidiano senza mai perderne la prospettiva lunga.

Chiedersi: quello che lei/lui farà oggi, quali sviluppi avrà da qui ad una settimana? Una domanda semplice ma a cui nessuno può rispondere a cuor leggero: tenere conto della vita di un altro significa, soprattutto, scaglionare la propria. E’ un compito da madre e da padre, è un compito da innamorati, quello di guardare alla giornata di una persona che non sia tu con lo stesso entusiasmo e senso pratico che avresti con te stesso.

Un’agenda questo fa. Potreste obiettare che un blocco di fogli recanti le date da qui ad un anno non è una persona, ma è fatta da persone. Qualcuno, mesi prima di oggi, ha deciso per i colori dei tuoi giorni, ha scelto di fornirti una vista lunga da qui ad una settimana, di cadenzare le ore della tua vita lavorativa e sociale in righe da riempire.

E’ anche vero che oltre questi margini tecnici, nella vita di ognuno di noi esiste una quota parte lasciata alla bellezza o quanto meno alla sua ricerca: dell’interesse per qualcosa che non sia  impegno sulle spalle io non so dire male. Quello spazio riservato alle personali inclinazioni, agli amici, a quelli che abbiamo scelto o si sono fatti scegliere come compagni è importante tenerlo a mente. Un’agenda può far questo? Quella di cui vi parlo sì.

Ogni mese, per dodici mesi, vi parla di qualcuno che non siete voi, con una storia che non è la vostra, ma che in un certo senso conoscete: è la vita di Peppino dei Quartieri Spagnoli che vi è sfrecciato davanti mentre attraversavate via Roma, è l’esistenza di Marco che non vede, ma cammina in questa città proprio come voi, è il giorno di Ana, Maria e Natasha sedute sul ciglio della strada che vi porta al lavoro. 

Di Napoli si parla molto, spesso troppo e le cose che si raccontano di lei sono già cronaca, hanno il passato nel codice genetico: possiamo allora indignarci, intristirci anche, ma non possiamo far molto perché la prima regola di ciò che è raccontato è che non lo si può più cambiare. Le storie che abbiamo scelto, invece, sono in itinere: nessuna di loro è conclusa, per nessuna di loro non si può far niente, tutte necessitano di qualcosa che sia riconoscimento, coscienza, accanto alla propria vita, della vita di un altro.

L’agenda di cui vi parlo la presentiamo domani 14 dicembre, alle 15,30 alla libreria EvaLuna di Piazza Bellini. Ha tre colori e un solo nome, che è un verbo al gerundio: Agendo. E di azione parla, declinata sia nelle milleuno cose da fare a cui tutti noi andiamo incontro svegliandoci ogni mattina, sia in un agire meno dettagliato ma non per questo meno concreto: è sostegno, è sincero interesse, è ideale, è aiuto per chi ha bisogno, chiamatelo come preferite, io lo chiamo amore, da intendersi in senso lato: è voglia di fare per il posto in cui viviamo, per la gente che lo popola, per le vite degli altri, per la propria, per il prossimo anno, che sia migliore di quello appena passato.