Tagc’è posta per te

Norah Ephron ci ha detto

La donna che ci ha detto: ragazze, se odiate un uomo e siete ricambiate, presto o tardi lo sposerete, perché un bel giorno, stanche di amare e spargere sorrisini e bacetti, capirete  che l’odio è un sentimento ben più affidabile dell’amore (insomma, per lo meno, male che vada, smetti di odiare, con l’amore sono cazzi, invece) e lui avrà inteso che si può odiare tranquillamente da un divano, mentre si guarda la tivù, la partita, il telegiornale, e nel frattempo, trallalà;

La donna che ci ha detto: care, se siete intrappolate in una relazione che è una palla, bene, ascoltate la radio di notte o almeno sbattetevi per farvi dare un programma tipo posta del cuore di Cioè. A tal modo potrete conoscere uomini da salvare, ricchi vedovi e cotillons, e finalmente potrete occuparvi della vita di un altro, giacché non siete propriamente interessate a occuparvi della vostra;

La donna che ci ha detto: spedite email, ragazze, spedite email. Abbonatevi ad internet, fatevi una flat, una chiavetta wi-fi, quello che volete voi, ma aprite un account e spedite email. Solo così conoscerete l’uomo da odiare di cui sopra, da salvare, come sopra, e potrete tranquillamente odiarlo e salvarlo e trallalà, questa volta via adsl (sì, perché quello era un film, in cui due si conoscono su internet e abitano, come si dice a Napoli, naso e musso; nella vita reale, tu conosci uno su internet e la piacevolezza della conversazione è direttamente proporzionale ai chilometri che vi separano, quindi, molto probabilmente odierete e salverete e trallalà uno che abita in Venezuela)

La donna che ci ha detto: fingete, mie care, fingete. Inarcate la schiena a 180 gradi, mugolate, mettetevi le mani nei capelli, date capate al primo mobile che vi trovate davanti. Se lui si allontana, non preoccupatevi, è andato a prendervi un frappé. Tornerà. Forse.

La donna che ci ha detto diverse bugie, ma tutte a fin di bene, e una sola verità, perduta tra bionde che hanno orgasmi in un bar e bionde che leggono la posta a ripetizione e bionde che incontrano uomini con figli in cima all’Empire State Building, il giorno di San Valentino (che poi, voglio dire, qui al massimo ci capita il Centro Direzionale). L’abbiamo dimenticata per un po’, questa verità, o lei, Nora Ephron, è stata brava a nasconderla più che poteva, in un libro che non è mai la stessa cosa di un film e in un film che non ha girato lei, si è limitata a dirla all’orecchio del più cinico e razionale dei registi, Mike Nichols, perché la riguardava e ci riguarda,  e bisognava allora sommergerla, stordirla quasi tra battute ad effetto, la vita e le persone che tu vorresti ne facessero parte e la spasmodica ricerca di sincronizzarle, tutte e tre, quelle piccole misere allegre cose che ti permettono di sopravvivere. Eppure, quella storia la conosciamo tutte, anche se magari, poi, quel film non l’abbiamo mica visto.