Cinquanta sfumature di un colore qualsiasi basta che faccia pendant con la borsa
Chiariamoci subito: io, delle Cinquanta sfumature di grigio, rosso e nero, non ho letto che qualche pagina, e mi è bastato. Non c’entra niente l’etica, la perversione e la donna sottomessa: è che ogni volume costa 15 euro e sinceramente, non ho soldi da spendere per stronzate. Motivo per cui ho dato un occhio in libreria e poi sono finita nel reparto opposto, sezione psicologia, a cercarmi Donne che amano troppo della Norwood solo per assicurarmi che il negozio disponesse di veleno e antidoto, una cosa tipo feng-shui, ying e yang, ci siamo capiti. Ovviamente – diciamolo in coro – , a riprova del fatto che i miei gusti sono in netta controtendenza rispetto al mercato, motivo per cui di solito apprezzo le opere prime e misconosciute e schifo cordialmente le proposte commerciali vendute e vendutissime, le cinquanta sfumature di tutti questi colori tetri ma pulp hanno sbancato. Adesso, con tutto il bene: ma a voi, comprare un libro di cui avete sentito parlare non per la trama particolarmente avvincente o per lo stile narrativo, ma perché ha venduto un botto, non vi sa di saldi da Zara? A me sì. Infatti secondo me le cinquanta sfumature avrebbero fatturato ancora di più se ci fosse stata una borsa in allegato, va bene anche di plastica, così da avvicinarsi alle pratiche descritte all’interno, ma che faccia pendant con il titolo.
Potremmo dar vita ad un mercato splendido, pensateci: visto che il rapporto di Federconsumatori Campania dice che a Napoli quasi il 60% dei prodotti in commercio nei supermercati rientra nella categoria offerte, e contemporaneamente, al Vomero, la libreria Guida Merliani, chiusa mesi fa, riapre per la svendita fallimentare proponendo titoli al 70% di sconto (e vedendo più acquirenti di quelli visti nell’ultimo anno, suppongo) l’idea di metter assieme cibo per il corpo e cibo per la mente dovrebbe rappresentare la salvezza. Immaginate: proporre in vendita La notte del drive-in di Lansdale assieme a quarti d’arrosto. O anche: Gomorra con una bella cassetta di frutta e verdura certificata col marchio qualità (e secondo me fare una cosa del genere servirebbe anche a prendersela un poco di più per la cancellazione del registro dei tumori).
Comunque, tornando ad argomenti più frivoli, siccome delle Cinquanta sfumature di qualsiasi colore ricordi la collezione autunno-inverno appena passata, si è già parlato molto (e anche molto male) mi limiterò a dire poche cose:
1) La studentessa universitaria che si morde il labbro non è un’esemplare femminile dalla carica sessuale eccezionale, altrimenti qualsiasi sessione d’esame sarebbe un bordello;
2) La studentessa universitaria che non ha un indirizzo e-mail è un’utopia quasi quanto pensare che Renzi sia un giovane rivoluzionario che può ribaltare le sorti della sinistra italiana;
3) Il fatto che debba arrivare un dominatore per consentire alla studentessa universitaria l’accesso al web e il riconoscimento della sua vis erotica potrebbe avere altri parallelismi con la politica del nostro Paese, li lascio a voi;
Adesso, non preoccupatevi, non vi proporrò nessun saggio sulla questione femminile anche se non farebbe male e non dirò nemmeno che ammettere di avere delle perversioni oggi è uno status symbol più dell’i-phone (anche perché lo si spiega bene qui), o che l’emancipazione sessuale passa per i filtri di instagram e che ormai mettere un culo su facebook significa ciao guarda come sono spontanea. E no, non consiglierò nemmeno a Renzi di cambiare approccio.
Mi limiterò a consigliare un’alternativa letteraria, anche perché non c’è niente nelle cinquanta sfumature che ecciti più di un harmony temptation. La mia alternativa, dunque, è Almudena Grandes*. Tranquilli, non vi voglio dire di leggere o rileggere le Età di Lulù anche se, in quanto a sesso, tra bondage, transessuali e incesto non manca proprio niente, ma Atlante di geografia umana che fa al caso nostro per vari motivi: le protagoniste sono 4 donne che hanno superato i trent’anni, fanno un lavoro che è un poco una palla, hanno uomini poco attenti e, soprattutto, hanno scoperto di essere poco attente loro stesse. Tutte hanno una casella e-mail. Tutte fanno sesso. Le scene di sesso sono descritte in maniera non geometrica del tipo unisci A con B e poi muovi C fino al punto D. Si tratta di un romanzo verosimile, in cui c’è la donna sposata e con figli che chiama 35 volte il tizio con cui è stata una sola volta nella vita e che si è convinta di amare perché lui l’ha chiamata “amore mio”, ma siccome non risponde allora lei si fa fare i tarocchi. C’è quella che ha una madre pazza (chi non ce l’ha) che fa all’amore davanti al frigorifero con un tizio che non lascerà mai la moglie. C’è quella bruttina che fa shopping compulsivo e poi si beve tutto il possibile nei bar dando un nome diverso dal suo, così poi nessuno la può rintracciare il giorno appresso e chiederle se si arrampica nuovamente sul lampadario. C’è quella che va dallo psichiatra perché il marito le mette le corna, invece di mandare lui dal medico. Ma, cosa importante: la loro storia non si riduce ad un uomo che dice: “Dentro ho cinquanta sfumature di tenebra” e questo perché nessun uomo, anzi, nessun essere umano cui non manchi qualche rotella, se ne esce con una frase del genere senza temere di ricevere un posacenere in testa.
Se potessi, allegherei un posacenere a questo post.
*grazie Mauro