Taglibro

Buonanotte amici della notte

Due piccole informazioni:

– gli anni 80 rivivono in me;

– il mio libro esce all’incirca il 15 giugno. Qui trovate la scheda e questa è la copertina;

 

copertina.jpg

 

 

Ed ora veniamo a noi. Ieri ho visto Gomorra, che mi è piaciuto e ha pure una bella fotografia, motivi per cui mi sento di dire che sì, vale la pena di andare a vederlo. Vale la pena di vedere questo film anche per un altra ragione: guardare a una distanza ravvicinata e ingigantita una certa parte della città. E non intendo quella sullo schermo. Intendo quella in sala. Gli spettatori ridono alla scene in cui a me vengono i lacrimoni, si alzano e vanno al cesso nelle scene clou, amoreggiano con la fidanzata e mangiano il popcorn e le patatine senza alcuna sosta per tutte le due ore quasi e mezza di proiezione, pure quando si parla di munnezza e rifiuti tossici. Come se non fossero al cinema, la gente non si trattiene: le persone parlano, fanno i cuppitielli ai personaggi, ridono al loro dialetto. Ridono della normalità che a me pare di vedere sullo megaschermo, ridono alla visione della scimmietta in gabbia e a me sembrano anche loro un po’ scimmie, incapaci di riconoscersi allo specchio e provare un minimo di riconoscimento, come quando passando per via Toledo ci si vede per un momento riflessi in una delle vetrine. Loro ridono e intanto buste di plastica e succo di frutta e cocacola e popcorn e patatine. Anche qui il contrappunto musicale, come nella scene di violenza con il sottofondo neomelodico, come i vicoli pieni di monnezza e il concertone in piazza del Plebiscito, come me fuori al Kesté alle due di notte e il vecchio del primo piano che vuole dormire e cerca di mandarci tutti via buttando acqua dal balcone ma non con un secchio o con un pentolone bello pieno ma con una tazzina, una tazzina da caffé.

Rassegnati Stampa

Girovago per il centro direzionale e per appararmi la giornata gioco alla turista in Nuova York ma c’è il cartellino della circumvesuviana, piove, non tengo l’ombrello, l’emmepitrè si rifiuta di collaborare, il c61 mi ha lasciato davanti al Palazzo di Giustizia, le ballerine nere mi stanno strette come una trappola cinese e soprattutto, soprattutto, devo starmi accorta a dove metto i piedi perchè le mattonelle del centro direzionale hanno vita a sè. Piove per mezza giornata e quelle s’affossano, come inghiottite dal fiume Sebeto. Tu vai per metterci sopra il piede e ti fai il bagno e la doccia e pure lo shampoo. Ergo: cammino come la signorina minù . Entrare nel palazzone non è di conforto perchè allora devo chiamare l’ascensore. E io non riesco mai a prendere l’ascensore in maniera consona e tranquilla perchè ogni qual volta entro in un qualsiasi palazzone e chiamo la cabina, mi viene in mente Vestito per Uccidere e inizio a voltarmi e girarmi in maniera ossessiva.

 

Tutto questo per dirvi che:

a) no, non c’era nessuno con la parrucca bionda nell’ascensore

b) anche per questo va leggermente meglio e ne darò conferma tra qualche tempo

c) ho schivato abilmente il call center

d) é uscito il nuovo numero di Best Before, giornalino (e io toglierei il diminutivo) fatto da precari per i precari. Le lavoratrici atipiche in questione sono due forze della natura, Benedetta e Silvia, con cui ho già sodalizzato appieno, costituendo un’inedito asse milano-bologna-napoli, che in questi giorni mi ha sollevato dalla melma della nullafacenza.

e) sul suddetto giornale, oltre a storie stra-ordinarie c’è anche un pezzo di Santa Precaria, che fra poco metterò on line. Frattanto chi vuole riceverne una copia, toccare con mano questa realtà non edulcorata e tragicomica, capire il punto di vista di chi ha un contratto che termina prima della scadenza dello yogurt, può abbracciare la causa mandandomi una semplice mail.

f) Eleonora de “La Repubblica degli Stagisti” mi ha fatto una piccola intervista. Al racconto delle mie peripezie mi pareva di vederla strabuzzare gli occhi, pure se stavamo a telefono. La ringrazio ancora per avermi chiesto due o tre volte come mai, con l’esperienza che bene o male ho, mi capita di lavorare a gratis. E’ stata una bella sveglia per la mia autostima professionale.

h) dulcis in fundo: questo blog è stato inserito nella lista dei siti utili in un nuovo portale che si pone l’obiettivo ambizioso di dare una mano a giovani e meno giovani nell’orientamento nel mondo del lavoro (più che mondo io direi giungla ferox) attraverso varie sezioni e rubriche (dai contratti di lavoro agli stipendi medi a tutto ciò che non bisogna scrivere in un curriculum). Grazie, dunque, a Davide Licordari dello staff di www.cv-lavoro.org . A lui e a tutti i ragazzi impegnati in questo progetto vanno i miei auguri e i miei pensieri (specialmente se penso a domani).

 

Esco con Iggy Pop

– di ritorno da Galassia Gutemberg –

Ho visto la copertina del mio libro. E’ verde speranza e rosa acceso. Un sogno. Ho visto e abbracciato il mio editore: un sogno pure lui. Mi sono presentata allo stand di Galassia Gutemberg con la borza zeppa di volantini fatti apposta e ho rischiato la morte quando ho sentito scandire il mio nome e cognome + titolo del libro durante le varie presentazioni. Santa Precaria esce a giugno: a farle compagnia un volume su Iggy Pop, uno sul Backgammon e un romanzo di Alice Banfi.