Santo Natale Case History
Il post non-fiction atteso più del ruoto di capretto con le patate poiché contiene tanti tanti spunti per aiutare anche voi, insomma sapete quelle cose che uno legge della vita di un altro e si tira un po’ su ché o s’accorge di stare messo molto meglio oppure trova riferimenti culturali che lo fanno sentire meno solo et pensoso pei più deserti campi come capita coi vecchi film di Woody Allen? Eccalà.
Dunque, cari amici, capirete se non ho molto altro da dire sulla questione. La mia figura di riferimento è sempre quel mio parente che, durante le festività di in uno qualsiasi degli anni ’90, gettò dal quarto piano il vassoio della frutta secca. Il vassoio della frutta secca, che conteneva frutta secca, era in argento, con una serie di alzatine barocche e rimbalzò felice sulle auto parcheggiate sotto il palazzo, mentre il parente, cui va tutta la mia comprensione, mormorava cose tipo “C’avita rutt”o cazz’ cu stu Natale” (meriterebbe un infografica a parte, I know).
Però se un domani voleste istituire come nuovo “gioco tipico napoletano” il rally pedonale con cappotto troppo pesante, tre buste belle piene e pensieri del tipo: “Possibile che Manhattan non mi abbia insegnato niente?” o anche “E mo che cazzo compro a mio cognato” , chiamatemi, ci sto.