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Sono nata nel 1983 a Eboli e sono ancora viva, a Napoli.
Ho scritto 3 romanzi e moltissimi racconti, sto lavorando a una storia nuova che prima o poi finirò e collaboro con The Vision.
Scrivo perché il foglio è il posto dove posso posare le valigie di cose che mi porto negli occhi da un botto o solo da mezz’ora, e sperare poi di ritrovarle. Il foglio è casa mia e in un certo senso, mi casa es su casa, basta darmi il tempo e il modo di mettere un po’ d’ordine.
La domanda che mi faccio più spesso è se sono del segno del Capricorno o sono del segno dell’Acquario. Penso di appartenere a quest’ultima stirpe di svagati artisti sensibili e fraintesi, ma di trovarmi a vivere i guai dei primi. Nessun astrologo ha mai sciolto il dubbio; la sola cosa certa è che sono ascendente Cancro ché i Cancro sono teneri rompicazzo lunatici, e io, fidatevi, ci metto la firma.
Le cose che mi piace più fare al mondo sono scrivere coi piedi scalzi e un estathé al limone accanto, camminare con la canzone giusta nelle cuffiette e, infine, andare in motorino. In realtà quest’ultima cosa non la faccio praticamente mai perché il motorino su cui è innestata la splendida sensazione di essere felice con il vento a darmi schiaffi in faccia era, nella fattispecie, quello di un collega/amico giornalista con cui lavoravo tanto tempo fa e che non vedo da triliardi: quando quel lavoro finì mi ritrovai a piedi, senza soldi e senza collega/amico giornalista (anche senza sigarette, perché all’epoca fumavo solo Pueblo e il Pueblo era del collega/amico giornalista).
Ascoltare la musica e cantarci sopra è un’altra delle principali attività della sottoscritta, potete giurarci. Ricordo tutti i testi, tutti gli attacchi, anche quello sfalsato della seconda strofa di “Live to tell” di Madonna, per dire. Credo sia perché sono cresciuta in una casa dove ci voleva la colonna sonora anche per lavare i piatti. Mi piace molto ascoltare più volte la stessa canzone, credo sia perché sono cresciuta in una casa con il mangianastri senza autoreverse. Ho gli occhi chiari, verdi o grigi a seconda di chi guarda, con una punta di arancio in mezzo, come i gatti. Ho anche i capelli biondi ma i colori e i tagli gli ho provati tutti, come i gusti di gelato e poi ho trovato un po’ di pace nel prendermi per buona nella versione più autentica che posso, poco male se qualcuno mi vede biondina e con gli occhi chiari e pensa anche che sia scema. La verità è che sono una persona gentile a meno che non mi si faccia passare il genio, e visto come stanno messe le cose mi piace pensare sia un fatto abbastanza rivoluzionario: come canta Moz Morrissey, it takes guts to be gentle and kind.
Prova certa di me è la partenza di slancio e la permanenza in libreria. Vado spesso nei posti dove si comprano romanzi e raccolte di poesia, saggi storicopolitici sugli anni trenta quaranta cinquanta, anche se in quel momento non posso permettermeli. Ci vado perché leggere un libro preso in prestito è come stare con un uomo sposato: devi sempre sperare che non ti piaccia troppo.
Sono molto grata ai pomodori da insalata, rossi e tondi, conditi con il sale, un filo d’olio e uno sproposito di origano. Mi piacciono il sole, il vento specialmente quando si allunga sulle strade che faccio io, le clarks, le stazioni, i caffè nei piccoli bar di piazze male illuminate, certe sere sul tardi o la domenica mattina, con il giornale piegato sotto il braccio. Mi piacciono i dolci con le mele, la cannella, la marmellata. Normalmente sono cose che non piacciono a nessuno, quindi sono specializzata in torte che più che incontrare il mio gusto, centrano quello altrui.
Un tempo credevo che mio luogo d’elezione fossero gli autobus e i treni perché ogni autobus o treno che corre per chilometri e poi si ferma è un cavallo a cui è uscito il morso di bocca, ha la mia mano sopra e certe volte anche la mia grafia di quando ancora pensavo che per esser davvero vicina a una persona bisognava scrivere sul retro dei sedili giorno, mese e anno. Adesso penso che il mio posto nel mondo sia sempre e comunque con un foglio davanti, una penna, un computer.
Sono social quanto uno squalo tigre, ma comunque
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